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Pensare creativo per muovere il cambiamento

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L’uomo è l’animale che si è differenziato su tutti gli altri, ha sul mondo un dominio totale, ha messo l’orma della sua scarpa sulla luna e i solchi del Pathfinder su Marte. Ma nel lavoro quotidiano, come sviluppa questa abilità?

La luce che deve avere illuminato la mente del cavernicolo si chiama intelligenza, il suo operare per giungere all’idea che si concretizza o al manufatto, si chiama creatività.

Questo ci consente di:

– utilizzare al meglio le risorse di cui disponiamo, in una data situazione, per raggiungere determinati risultati;

– uscire da una strettoia apparentemente senza via d’uscita;

– riuscire a risolvere il problema meglio e prima;

– fare salti e deviazioni per arrivare prontamente alla soluzione, invece di cozzare contro tutti gli ostacoli logici e le difficoltà che ci dividono dalla meta;

– dissipare minori quantità di energie per ottenere un risultato; – usare energie a basso costo invece di energie ad alto costo, energie pulite invece di energie inquinanti; energie di cui abbiamo disponibilità invece di energie che dobbiamo prendere da altri. Questa è storia, scienza, fisiologia, filosofia, psicologia.

Ma in studio o in azienda? Purtroppo, se ne parla troppo poco, si agisce ancor meno. Eppure, sarebbero incalcolabili i vantaggi economici che un professionista con doti di creatività può portare al suo studio. Come un PC o uno smartphone: di solito sono usati per meno di 1/3 delle loro potenzialità. Ma si può allenare la creatività? Certamente! Come tutte le attività umane, il pensare creativo si avvantaggia dell’esercizio quotidiano, ma con metodo e costanza nel tempo. Se per diverso tempo vi dedicherete a queste attività, alla fine avrete acquisito una notevole abilità nell’usare la mente.

Noi pensiamo a volte di essere liberi. In realtà, ci comportiamo ragionevolmente allo stesso modo tutte le volte che si presentano le stesse circostanze, date determinate motivazioni all’interno dell’individuo. Non alleniamo la mente, alleniamo la memoria, le abitudini, gli automatismi. Ripetiamo ogni giorno le stesse cose, magari un po’; meglio di prima, ma sempre le stesse.

Un po’ come nel film “Il giorno della Marmotta”, ricordate?

Alcuni suggerimenti:

1) programmate riunioni periodiche di creatività, brainstoming e problem solving – Mettete in agenda riunioni quindicinali o mensili di un paio d’ore, solo con lo scopo di pensare creativo insieme al gruppo di lavoro;

2) cambiate la vecchia strada per la nuova! – In azienda è scarso il premio per chi si volge al cambiamento e se sbaglia il costo dell’errore è molto elevato. Fate l’opposto: premiate chi cambia e formate chi sbaglia;

3) createvi dei problemi – Non accontentarsi del buon corso degli eventi, occorre tendere continuamente al miglioramento e pensare all’ottimo come ideale da realizzare. Meraviglioso quel detto: “Prevenire è meglio che curare!”;

4) tacete e ascoltate! – Essere disponibili ad accettare un’opinione diversa che, al contrario della nostra ormai sclerotizzata, ci permette di trovare soluzioni alternative. Ma soprattutto, imparate a tacere;

5) pensate in modo diverso ai vostri collaboratori – Se dirigete persone, pensate a loro oggi, come a un “fine”, non come un “mezzo”. E’ l’azienda a servizio dell’uomo e non viceversa. Fate allora del vostro ruolo di leader un’occasione di vera comunicazione con i vostri collaboratori;

6) sfruttate creativamente l’errore e sorridete – Ve lo dico col cuore e con il cervello: ogni tanto ridete! Fatelo spesso! Fate dell’errore un’occasione di crescita.

E per concludere, un detto che non mi è solo caro, maè anche una filosofia di vita: “Io non perdo mai. O vinco, o imparo”.

( Articolo di Eros Tugnoli pubblicato su “Ratio Quotidiano” )

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