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DECRETO RILANCIO/ Niente finanziamenti ai professionisti che hanno incassato i 600

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Cumulabilità concessa solo a commercianti e artigiani Accesso precluso ai finanziamenti a fondo perduto per i professionisti che hanno ricevuto il bonus di 600 euro previsto dal decreto Cura Italia.

Le partite Iva iscritte alla gestione separata, quelle iscritte alle casse private e i lavoratori dello spettacolo non potranno cumulare i due aiuti pubblici. Possibilità concessa solo a commercianti e artigiani, esclusi a loro volta dalle indennità per il mese di maggio. È quanto prevede il dl Rilancio, all’ esame ieri del Consiglio dei ministri.

Il decreto introduce gli interventi a fondo perduto da tempo annunciati dal ministro dell’economia Roberto Gualtieri, comprendendo tra i beneficiari anche i lavoratori autonomi. Con l’impossibilità però, come detto, di cumulare il sostegno con il bonus. Il contributo spetterà a tutti i professionisti che hanno registrato un calo del fatturato di almeno un terzo nel mese di aprile 2020 rispetto ad aprile 2019.

Col «fine di determinare correttamente i predetti importi», si legge nel decreto, «si fa riferimento alla data di effettuazione dell’operazione di cessione di beni o di prestazione dei servizi». Il contributo sarà garantito invece a tutti i soggetti che hanno avviato la loro attività dopo il 1° gennaio 2019, nonché a quelli residenti nelle prime zone rosse. Per quanto riguarda l’ammontare del contributo, sarà proporzionato al calo del fatturato: 20% del calo del fatturato di aprile per i soggetti con ricavi o compensi inferiori a 400.000 euro nel 2019; 15% per quelli inferiori a un milione di euro e 10% sotto i 5 milioni di euro (il limite massimo per richiedere gli aiuti). Il sostegno non spetterà, invece, a coloro che hanno chiuso la loro attività entro il 31 marzo e, come detto, ai professionisti che hanno goduto delle indennità previste dall’ articolo 27 del Cura Italia (iscritti alla gestione separata), dall’ articolo 38 (lavoratori dello spettacolo) e dall’ articolo 44 (iscritti alle casse private). Sarà invece possibile cumulare i due aiuti per i percettori del bonus previsto dall’ articolo 28 (iscritti alle gestioni speciali Ago, ovvero commercianti e artigiani).

Questi ultimi, però, non godranno interamente delle nuove indennità pubbliche previste dal dl Rilancio (600 euro ad aprile e 1.000 a maggio, si veda altro articolo in pagina), visto che riceveranno solo i 600 euro di aprile a differenza degli altri fruitori delle indennità del Cura Italia. Il contributo sarà comunque riconosciuto “per un importo non inferiore a 1.000 euro per le persone fisiche e a 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche». «Non finisce l’ostracismo del governo e della maggioranza rosso gialla nei confronti dei liberi professionisti», il commento del senatore di Fdi Andrea de Bertoldi. «Professionisti iscritti alle casse private, in particolare, subiranno una doppia penalizzazione visto che già scontavano, a differenza degli altri, il limite di reddito nell’ accesso al bonus.

Questo limite non ha una spiegazione logica e coerente con l’emergenza in atto». «I professionisti iscritti alla gestione separata, già vincolati al calo del fatturato per accedere al bonus di maggio, rimarranno così esclusi da un sostegno vitale per affrontare una crisi che si protrarrà nel tempo e che va combattuta con armi ben più potenti dei 600». Le parole invece della presidente del Colap Emiliana Alessandrucci

Affitti degli studi

Buone notizie invece per quanto riguarda i canoni di locazione per gli studi professionali. La misura istituita dal Cura Italia, inizialmente prevista solo per le attività di impresa, viene estesa anche agli esercenti arte o professione, con ricavi non superiori a 5 milioni di euro nel 2019. Il sostegno prevede un credito d’imposta nella misura del 60% dell’ammontare mensile del canone di locazione, di leasing o di concessione di immobili ad uso non abitativo destinati allo svolgimento dell’attività industriale, commerciale, artigianale, agricola, di interesse turistico o all’ esercizio abituale e professionale dell’attività di lavoro autonomo.

Il credito di imposta dovrà essere commisurato agli importi versati nel 2020 con riferimento a ciascuno dei mesi di marzo, aprile e maggio e potrà essere utilizzato nella dichiarazione di quest’ anno solo all’ avvenuto pagamento di canoni stessi. Sarà possibile anche cedere il credito di imposta al locatore a fronte di uno sconto di pari ammontare sul canone di locazione da versare. La cessione potrà avvenire anche nei confronti di banche e istituti di credito.

( Articolo di Michele Damiani pubblicato su “Italia Oggi”)

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