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Aziende a conduzione familiare, pro e contro

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Se è vero che la maggior parte delle aziende dei Paesi industrializzati sono di proprietà di famiglie, è ancor più vero che l’Italia è il Paese delle aziende a conduzione familiare.

In effetti, la gran parte delle aziende di famiglia italiane trova sovrapposizione tra proprietà e conduzione. Il che significa che la loro gestione è prevalentemente (o quasi) nelle mani dei fondatori o dei loro familiari.

Dati alla mano, scopriamo che oltre il 90% delle imprese italiane è costituito da aziende a conduzione familiare e che in grandissima parte (si parla del 95%) contano meno di 10 dipendenti.


I pro di un’azienda a conduzione familiare


  • Nessuna difficoltà a cogliere i Valori dell’azienda, che corrispondono ai valori della famiglia che l’ha fondata.
  • Altrettanto naturale, quasi fisiologico, riconoscere il fondatore e quindi la sua leadership.
  • Poiché azienda e famiglia si sovrappongono naturalmente, i dipendenti vivono l’azienda come una seconda famiglia: sono orgogliosi di farne parte e si sentono parte attiva nel progetto imprenditoriale.
  • La famiglia proprietaria è coinvolta nella gestione quotidiana, ricopre ruoli operativi ed è in prima linea.
  • La famiglia ha dotato l’azienda di un capitale paziente: orientata al lungo termine, non si lascia facilmente influenzare dalle performance di breve periodo e nei momenti difficili stringe i denti e persevera.
  • L’obiettivo del fondatore è quello di trasferire l’azienda alle generazioni future
  • L’ azienda di famiglia avverte in maniera forte il legame e la responsabilità per il territorio nel quale è insediata.
  • Inoltre, è vocata a mantenere relazioni positive e fertili con gli stakeholder (enti, dipendenti, clienti, fornitori).
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I contro di un’azienda a conduzione familiare:


  • Le aziende a conduzione familiare sono luoghi di conflitto: capita che le dinamiche familiari vengano portate anche in azienda e che, viceversa, le criticità vissute in azienda generino malcontento e incomprensioni anche in famiglia.
  • Difficile il processo di delega: la paura della perdita del controllo mette il fondatore (o la famiglia) nelle condizioni di interferire continuamente nell’operato dei familiari e degli altri collaboratori.
  • Capita che i componenti della famiglia ricoprano cariche o ruoli apicali senza avere una adeguata preparazione o specifiche competenze.
  • L’azienda a conduzione familiare è a volte poco aperta verso l’esterno e fatica ad inserire ruoli manageriali o consulenziali nella propria struttura.
  • La famiglia svolge spesso ruoli organizzativi sovrapposti (proprietario, amministratore, manager), non ha la consapevolezza delle differenze sostanziali tra gli uni e gli altri e dà quindi origine a confusione organizzativa.
  • Pur consapevole dell’importanza e ineluttabilità del passaggio generazionale, il fondatore di una azienda a conduzione familiare tende a non progettarlo e si affida al fato.

(Articolo di Luisa Capitanio pubblicato su “EuroConference News”)

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